Muore nel tentativo di salvare il suo cane: tragedia a Carlino

Addio a Gianfranco Baldin. L’uomo si è tuffato nel torrente Cormor per soccorrere l’animale in difficoltà. Il suo corpo è stato ritrovato dopo lunghe ricerche. L’animale è salvo.

Una tragedia che lascia senza parole e che ha commosso profondamente l’intera comunità friulana. Gianfranco Baldin, 63 anni, residente a Tavagnacco (Udine), ha perso la vita nel pomeriggio del 24 maggio 2025 nel tentativo di salvare il suo cane, finito nelle acque del torrente Cormor in località San Gervasio di Carlino.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo non ha esitato un attimo a gettarsi in acqua per soccorrere l’animale, caduto nel torrente forse a causa delle forti correnti. Pochi istanti dopo essere entrato in acqua, Gianfranco è stato travolto da un mulinello generato da uno sbarramento artificiale ed è scomparso alla vista.

Scattato l’allarme, sul posto sono arrivate numerose squadre dei Vigili del Fuoco da Latisana, Lignano, Cervignano, oltre ai sommozzatori di Trieste e Venezia e all’elicottero “Drago” del nucleo di volo di Venezia. Le ricerche sono proseguite per diverse ore, rese particolarmente complesse dalle condizioni del torrente, gonfio per le recenti piogge e con visibilità prossima allo zero. Il corpo di Baldin è stato ritrovato il giorno successivo, circa trenta metri più a valle dal punto in cui era stato visto l’ultima volta. Il cane è stato tratto in salvo.

Gianfranco Baldin era molto conosciuto nell’ambiente sportivo: da anni era massaggiatore della squadra di volley femminile Ipag Sorelle Ramonda Montecchio. La notizia della sua scomparsa ha scosso amici, colleghi e atleti, che lo ricordano come una persona generosa, disponibile e sempre pronta ad aiutare gli altri.

Il suo gesto non è solo un dramma umano, ma anche un simbolo di amore incondizionato verso gli animali. In un mondo dove troppo spesso gli animali vengono trascurati o maltrattati, la storia di Gianfranco testimonia la forza di un legame che va oltre la razionalità, un legame che spinge una persona a mettere a rischio – e in questo caso a perdere – la propria vita per proteggere quella di un essere più fragile.

Oggi, mentre la comunità si stringe attorno al dolore della famiglia, rimane la memoria di un uomo che ha scelto l’amore fino in fondo. E il suo sacrificio resta un monito silenzioso e potente: quello che facciamo per amore, anche nel buio più profondo, non va mai perduto.