Tragedia a cielo aperto: Bea, cucciola di bulldog francese, uccisa a fucilate da un uomo armato
Via Foresta, un angolo di verde e silenzio. Era solo una passeggiata, un momento di libertà e gioco per Bea, bulldog francese di appena due anni, accompagnata dal suo proprietario e un amico. Ma il pomeriggio si è trasformato in incubo: due spari hanno squarciato la quiete. Bea è stata colpita a morte.

Secondo le ricostruzioni, la piccola si era allontanata per pochi istanti lungo un sentiero vicino a una proprietà privata. È lì che si è consumata la tragedia. Due colpi di fucile, uno dopo l’altro. Il primo ha ferito Bea, il secondo — secondo i primi rilievi balistici — è stato esploso a distanza ravvicinata, mentre l’animale era già a terra, ferito e inerme. Una crudeltà che non lascia spazio a dubbi: chi ha sparato voleva uccidere.
Il proprietario e il suo amico sono accorsi correndo verso il rumore degli spari. Hanno trovato Bea riversa a terra, senza vita, all’interno di un cancello aperto. Poco più in là, un uomo impugnava ancora il fucile. I testimoni riferiscono che l’individuo avrebbe addirittura puntato l’arma contro il padrone della cagnolina, sconvolto e in lacrime davanti al corpo senza vita della sua compagna di vita. È stato l’amico a disarmare l’aggressore, evitando che la violenza degenerasse ulteriormente.
L’uomo è già noto per episodi simili: avrebbe sparato ad altri animali in passato. Questa volta ha dichiarato di aver agito per “difendere la proprietà”, ma nessun cartello di divieto, nessuna minaccia, solo un cane di famiglia che si era allontanato per pochi secondi.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e un medico veterinario dell’ASL, che ha constatato il decesso e raccolto i primi elementi utili all’indagine. Durante la perquisizione dell’abitazione dell’uomo, le forze dell’ordine hanno rinvenuto altre armi — alcune già cariche — ora poste sotto sequestro.
Ma il dettaglio più agghiacciante arriva dagli esami preliminari: la borra della cartuccia è stata trovata nel corpo di Bea, un elemento che conferma la distanza ravvicinata del secondo colpo e l’intento deliberato di finire l’animale. Una vera esecuzione.
Il proprietario ha sporto denuncia e chiede giustizia. Lo fa con la voce rotta, ma decisa. La voce di chi ha perso un pezzo della propria famiglia in un atto di violenza che non ha spiegazioni. La voce di chi non vuole che questo accada mai più.
L’opinione pubblica è già in rivolta. Sui social, nelle chat, nei gruppi locali: la morte di Bea sta generando indignazione e una richiesta corale di provvedimenti contro chi compie simili atrocità, contro chi si sente autorizzato a sparare a esseri viventi inermi, senza conseguenze.
Oggi è toccato a Bea. Ma ogni volta che si uccide un animale con questa brutalità e si resta impuniti, si uccide anche un pezzo di umanità.
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