FERMO – Il Tribunale riconosce il valore affettivo del cane e condanna un cacciatore a pagare oltre 45.000 euro.
Il 21 giugno 2025, il Tribunale civile di Fermo ha emesso una sentenza destinata a fare giurisprudenza nel campo dei diritti degli animali e della responsabilità civile. Un cacciatore è stato condannato a risarcire con 45.100 euro Francesca Bertolutti, la proprietaria di Keeran, un cane ucciso durante una battuta di caccia nel gennaio 2023.

Il fatto: cane colpito per errore durante una battuta di caccia
Keeran era un cane addestrato, riconosciuto per il suo ruolo affettivo e di supporto nel lavoro quotidiano della sua proprietaria. Viveva con Francesca in una proprietà privata a Torchiaro, nel comune di Ponzano di Fermo, nelle Marche. Un giorno di gennaio 2023, mentre il cane correva nel terreno di casa insieme ad altri animali, un colpo di fucile esploso da un cacciatore lo ha colpito a morte. Secondo la ricostruzione, il cacciatore avrebbe scambiato Keeran per un cinghiale, pur trovandosi in una zona non segnalata come area di caccia.
Una prima ingiustizia: la denuncia penale viene archiviata
In prima battuta, il procedimento penale contro il cacciatore è stato archiviato. Nonostante la gravità del fatto, non è stato ritirato nemmeno il porto d’armi dell’uomo che ha esploso il colpo. Una decisione che ha suscitato indignazione e frustrazione da parte della proprietaria, spingendola ad agire in sede civile.
La svolta: il Tribunale riconosce il danno affettivo e morale
La sentenza del Tribunale di Fermo ribalta tutto: il giudice ha riconosciuto che la perdita di un cane rappresenta un danno morale e affettivo concreto, soprattutto se l’animale è parte integrante della vita familiare e lavorativa del proprietario. Il risarcimento complessivo di 45.100 euro include:
Danno patrimoniale e morale
Valore affettivo dell’animale
Costi legali sostenuti
Responsabilità diretta del cacciatore e della sua compagnia assicurativa
Un precedente giuridico che fa storia
Questa sentenza rappresenta un punto di svolta nella tutela legale degli animali d’affezione in Italia. Per la prima volta, un tribunale ha riconosciuto con così tanta forza il diritto del proprietario a un risarcimento per il danno affettivo, aprendo la strada a nuove interpretazioni in tema di valore non economico degli animali.
Secondo l’avvocata della signora Bertolutti, si tratta di un caso esemplare, che potrebbe cambiare il modo in cui viene affrontata la responsabilità civile in ambito venatorio. «Non si può più considerare un cane solo come “oggetto” di proprietà. È un essere senziente, un compagno di vita», ha dichiarato.
Cosa dice la legge: responsabilità civile e risarcimento danni da animali
In Italia, l’uccisione di un animale domestico può rientrare nell’ambito della responsabilità civile extracontrattuale. Il Codice Civile (art. 2052) stabilisce che chi causa un danno con un animale (o a un animale) è tenuto al risarcimento. Ma finora, i danni morali e affettivi erano raramente riconosciuti in forma significativa.
Questo caso cambia radicalmente il quadro: dimostra che è possibile ottenere risarcimenti importanti quando la perdita di un animale ha un impatto reale sulla vita affettiva, lavorativa e psicologica della persona. Un precedente che potrebbe interessare non solo i casi di caccia, ma anche quelli di incidenti stradali con animali, malasanità veterinaria e maltrattamenti.
Perché è importante assicurare il proprio cane?
Questa vicenda fa riflettere anche sull’importanza crescente delle assicurazioni per cani. In caso di lesioni o morte causate da terzi, un’assicurazione può coprire:
Spese veterinarie
Danni a terzi
Responsabilità civile
Spese legali
E se il proprio cane viene danneggiato da altri (come in questo caso), l’assicurazione del responsabile può essere chiamata a pagare risarcimenti importanti. Un tema sempre più attuale, lo rivela Google , dove la keyword “assicurazione cane responsabilità civile” è tra le più cercate.
Conclusione
Il caso di Keeran è doloroso, ma rappresenta un segnale positivo: la giustizia italiana comincia a riconoscere che gli animali non sono oggetti, ma compagni di vita con un valore affettivo e sociale. Questa sentenza è una conquista non solo per Francesca, ma per tutti coloro che credono in un mondo in cui la vita di un cane ha dignità, rispetto e tutela legale.